MIKEL LANDA: IL GIRO E’ DIVERTIMENTO

Mikel Landa
Ha 30 anni e ha esordito nei professionisti nel 2010 con il team Orbea. Nel 2015 ha vinto due tappe alla corsa rosa. Nel 2017 ha vinto la Vuelta a Burgos e ha indossato la maglia azzurra di miglior scalatore al Giro. Attualmente corre con il team Barhain-McLaren.

Il Giro d’Italia è la corsa più bella del calendario ciclistico, sia per il percorso che per la passione dei tifosi. Ogni volta che mi trovo alla partenza, provo sempre una sensazione speciale e mi diverto sempre ad ogni partecipazione.
Forse è strano sentirlo dire da uno come me, normalmente la salita è sempre associata alla fatica e alla sofferenza, ma provare a conquistare la vittoria è qualcosa che mi fa sentire vivo e mi elettrizza. 

Nel 2015 ho conquistato la mia prima vittoria in un GT proprio al Giro d’Italia ed è stata una vera sorpresa. Avevo perso peso e lavorato duramente per arrivare a quella condizione, mi ricordo che ero molto concentrato, cercavo la vittoria ma non mi aspettavo potesse arrivare proprio quel giorno, d’altronde le cose belle sono quasi sempre inaspettate, anche quando hai lottato duramente e a lungo per ottenerle. Gli scalatori poi sono la parte “romantica” del ciclismo e ho sempre sentito l’affetto dei tifosi lungo le strade di montagna, per non parlare di quando ho indossato la maglia azzurra al Giro. Per me è stato molto importante essere riconosciuto in quel ruolo, mi appartiene, e vestire quella maglia a Milano è stato un vero orgoglio, non ci sono altre parole per definirlo.

Da autentico basco ho un carattere passionale che ha costruito anche la mia personalità da ciclista. I miei fan hanno coniato il termine “landismo” per descrivere un modo di correre libero e istintivo e io sono felice di farli emozionare in questo modo.  A me piace, è il mio modo di vedere il ciclismo, mi viene naturale e mi sento realizzato. Obiettivi futuri... mi aspetto di essere molto competitivo quando si riprenderà a correre, mi sto allenando molto bene e ho una voglia matta di tornare alle gare. Si può fermare il ciclismo per un po’ ma la passione non smette mai di scorrere nelle nostre vene.

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